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La differenza fra la chitarra classica e l’acustica

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  • Pubblicato il 22 apr 2024

Se il titolo può far sorridere un qualsiasi chitarrista, anche principiante, quella della differenza fra chitarra classica ed acustica è la domanda più ricorrente da parte di chi si imbatte nel suo primo acquisto, così come è la classica domanda di genitori che si accingono al fatidico regalo. Domanda, questa, spesso correlata all’altra: è preferibile cominciare con una chitarra classica o con un’acustica?

 

Facciamo un po’ di chiarezza.

 

Le “due” chitarre

 

Per quanto lapalissiano… entrambi gli strumenti sono “acustici”, nel senso che tutti e due sono privi di elettrificazione ed affidano la loro voce ad una cassa acustica di risonanza per l’amplificazione naturale del suono prodotto dalla vibrazione delle corde.

 

Gli appellativi “classica” ed “acustica” derivano dal linguaggio comune che, ormai per antonomasia, ha definito due percorsi storici inizialmente unitari che successivamente si sono profondamente diversificati per tecnica costruttiva e generi musicali.

 

La chitarra c.d. “classica” è lo strumento originario ed il più antico, la cui realizzazione si è affermata nel corso del ‘600 come evoluzione e semplificazione della famiglia dei liuti di epoca medievale.

 

Questa semplificazione - sia costruttiva che di utilizzo - rispetto agli strumenti di età barocca, la rende subito popolare e da vita a diverse scuole di liuteria come quella napoletana, quella tedesca e, soprattutto, quella spagnola.

 

Trattiamo però di un’epoca di scarse risorse tecniche dove il risultato costruttivo era affidato esclusivamente alla maestria del “capo bottega” ed all’abilità delle sue maestranze.

 

La prima caratteristica della chitarra c.d. “classica” è quella dell’utilizzo di corde in materiale organico (budello animale) non esistendo all’epoca né l’acciaio armonico, né la possibilità di lavorarlo in spessori adeguati.

 

Dobbiamo attendere l’ottocento perchè la fisionomia della “chitarra classica” cominci a delinearsi come oggi la conosciamo grazie allo spagnolo Antonio de Torres (1817-1892). Con de Torres la chitarra “a sei corde ridotte” (così definita rispetto agli strumenti precedenti a cinque o a sei corde doppie), acquista timbro e volume grazie ad innovazioni quali la forma maggiore della cassa e, soprattutto, il sistema di catene del piano armonico. Tali furono gli esiti del suo lavoro che tutte le realizzazioni future - sino ad oggi - si rifanno al progetto “de Torres”, copiandolo di sana pianta o apportandovi alcune modifiche.

 

Tornando al nostro tema, queste sono in sintesi le caratteristiche peculiari della chitarra classica:

 

  • Tipica cassa con “forma ad otto” con le spalle superiori molto più grandi rispetto alla chitarra settecentesca;
  • utilizzo di corde in nylon (le prime tre nude le ulteriori tre in nylon rivestito da spire di materiale ferroso);
  • manico incollato e congiunto alla cassa al dodicesimo tasto;
  • tastiera larga con capotasto - tipicamente - di 52 millimetri;
  • diapason (ovvero lunghezza complessiva delle corde) da 650 a 660 millimetri (tipicamente).

 

Se de Torres è stato il padre della chitarra classica contemporanea, il tedesco naturalizzato americano Christian Frederick Martin (1796-1873) è stato il padre della chitarra acustica. Allievo del liutaio tedesco Stauffer (costruttore delle chitarre utilizzate da Niccolò Paganini), fonda nel 1833 a Nazareth (Pennsylvania) la sua omonima ditta, inizialmente come importatore e riparatore delle chitarre Stauffer.

 

Le prime realizzazioni di Martin risentirono dello stile Stauffer (Stauffer-era guitars), con corde in budello e forme ancora legate alla tradizione settecentesca tedesca di chitarre di piccole dimensioni (da camera). Solo alla metà dell’ottocento Martin risponde alle sempre più pressanti richieste dei musicisti di realizzare strumenti di maggiori dimensioni e che assicurassero un maggior volume per le esecuzioni in orchestra. Negli anni cinquanta del secolo scorso, Chris Martin disegna e brevetta il sistema di catene X-bracing che diventa il contraltare del sistema a due fasce parallele della chitarra “classica” de Torres.

 

Il nuovo sistema di catene garantiva la necessaria rigidità strutturale della chitarra, sempre più generosa nelle dimensioni della cassa, tale da reggere al maggior tiraggio delle corde in metallo nel frattempo sempre più diffuse in ambito orchestrale.

 

Per quanto ci riguarda, le caratteristiche tipiche di una chitarra acustica sono:

 

  • Cassa con forma più tradizionale ad otto o anche con spalle squadrate e oversized (Drenought);
  • utilizzo di corde in metallo;
  • manico congiunto alla cassa (tipicapente) al quattordicesimo tasto;
  • presenza (tipicamente) di un battipenna di protezione del top dall’utilizzo del plettro;
  • larghezza al capotasto di fra i 41 e i 44,5 mm (tipicamente);
  • scala dai 622 ai 650 mm (tipicamente).

 

Classica o acustica?

 

La trasformazione della chitarra dal mondo medioevale-barocco a quello moderno, quindi, ha risposto fondamentalmente alla trasformazione ed allo sviluppo dei contesti musicali. La chitarra è progressivamente fuoriuscita da una funzione di semplice “cordone” di supporto al canto o da quello di piccolo strumento da camera (pochette per dirla alla francese) e si è affermata come strumento solista o da orchestra.

 

La prima direzione, quella solistica, ha vissuto un’accelerazione impressionante nel corso del novecento dove si sono affermati grandi virtuosi dello strumento (Giuliani, Sor e Segovia soprattutto): la chitarra fuoriesce dall’alveo della camera e diventa strumento da concerto.

 

La seconda direzione, quella orchestrale, procede di pari passo con un’accelerazione a cavallo delle due guerre mondiali, dove il nostro strumento assume un ruolo di primo piano in contesti ritmici e solistici d’orchestra. Percorso, quest’ultimo, che farà presto sorgere la necessità di amplificare la chitarra e che grazie agli esperimenti di alcuni pionieri (Rickenbacker, Les Paul, Fender) porterà alla nascita della chitarra solid body. Ma questa è un’altra storia…

A voi la scelta…

 

Ciò che reso i due tipi di strumento così come li osserviamo oggi, è stata quindi un’esigenza di performance sia in termini sonori di volume/timbro che tecnici di suonabilità. La scelta fra le due tipologie è oggi ancor più complessa dal momento in cui i generi musicali sono sempre maggiormente trasversali, potendo avvalersi di strumenti con corde in nylon o in metallo anche in contesti musicali del tutto lontani dal mondo “accademico” d’origine.

 

Ma tornando alla nostra domanda…

 

La scelta di una “prima” chitarra è legata in primis al percorso che un musicista intende intraprendere; se quest’idea non è chiara in origine sarà preferibile affidarsi al consiglio di un maestro o di un amico più esperto.

 

Se infine non si ha nessun corredo informativo sul perchè e sul cosa il chitarrista in erba dovrà o vorrà fare e si chiede al rivenditore…

 

Poche indicazioni possono essere date. In primis andranno assunte informazioni sul tipo di musica prediletta ed infine andrà fatto presente che un primo approccio su corde in nylon risulterà più agevole, ma a dispetto delle generose dimensione del manico “classico” che imporrà posture della mano più aperte. Di contro un’acustica risulterà più affaticante per i polpastrelli ma più frendly nelle geometrie.

 

Alla fine non resta che la monetina…tanto se scoccherà la scintilla nel futuro musicista, prima o poi, vorrà suonarle entrambe…

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