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L'action della chitarra: meglio alta o bassa?

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  • Pubblicato il 9 apr 2024

Il sogno ad occhi aperti di ogni chitarrista è quello di una chitarra comoda, morbida, con corde ultra-basse da pigiare con la sola forza del pensiero, prive di frustate e rumorosità sui tasti, pronte a regalarci bending intonati e privi di sforzo.

 

Purtroppo la realtà è ben diversa e di continuo il nostro strumento regala furiosi combattimenti muscolari. Con perfidia, la nostra amata chitarra è sempre in agguato, pronta a farci capitolare per le mani fredde, la mancanza di allenamento, l’affaticamento…e quando siamo in difficoltà ci guarda impietosa, con aria di sfida e ci punta alla tempia lo spauracchio di tendiniti o altre oscure patologie delle nostre povere mani!

 

Le cattive notizie

 

Come qualsiasi strumento musicale, anche la chitarra richiede un impegno fisico che, nel caso di specie, è declinato nella forma della “forza posturale”.

 

Non servono quindi mani da pugile, ma occorre sviluppare una certa forza, o meglio una certa resistenza allo sforzo, il tutto in posture che fisiologicamente risultano poco naturali.

 

Qui si pone il problema di uno strumento che sia più o meno comodo, con l’avvertenza che comunque barré, scale, arpeggi, vibrati, glissati, acciaccature e bending, ci esporranno sempre a sforzo e ad affaticamento.

 

Le buone notizie

 

Visto che con le cattive notizie ci dovremo convivere, proviamo a vedere il bicchiere mezzo pieno.

 

Il primo nostro alleato contro la fatica fisica sarà la tecnica e soprattutto l’assiduità nel suonare. Via via, le nostre mani sapranno come gestire al meglio le “gesture” esecutive, impareranno a godere del riposo dei brevi rilasci, ottimizzeranno qualunque micromovimento alla ricerca della migliore economia energetica. Impareremo quindi che è sempre preferibile cominciare a suonare partendo da una routine di riscaldamento che sicuramente consentirà una migliore durata di performance.

 

E infine: possiamo settare la nostra chitarra al meglio, alla ricerca del miglior compromesso fra suonabilità e timbro.

 

Alta o bassa?

 

L’altezza delle corde rispetto alla tastiera (action), è un parametro fondamentale nella registrazione di uno strumento ai fini di una buona suonabilità, ed è un fattore chiave nella maggiore o minore forza che dovremo utilizzare nelle nostre esecuzioni.

 

Due considerazioni in premessa: è un parametro del tutto soggettivo, è una regolazione di compromesso dove comodità e timbro sono spesso inversamente proporzionali.

 

Action alta

 

Un'action alta conferisce potenzialmente un miglior timbro ed un maggior volume allo strumento a causa del più alto angolo di incidenza delle corde al ponte (maggior pressione della corda sul punto di contatto del ponte). Inoltre corde alte eliminano gran parte dei battimenti delle corde sui tasti, conferendo suoni nitidi ed esenti da sgradevoli rumorosità.

 

Un'action un pò più alta, infine, agevola la tecnica del bending che risulterà meno faticoso.

 

Action bassa

 

Abbassare l’action facilita l’esecuzione di accordi, slide, legati, hammer on e pull off, che verranno notevolmente avvantaggiati dal minor sforzo richiesto alla mano per contrastare la tensione delle corde. Quest’ultima, infatti, è maggiore - più che proporzionalmente - man mano si aumenta il loro stiraggio, proprio come avviene in una chitarra con action alta.

 

A questa “comodità” di settaggio dello strumento farà da contraltare una tastiera rumorosa ed una chitarra, in generale, con minor volume e sustain.

 

Conclusioni

 

Ovviamente…in medio stat virtus.

 

La ricerca della migliore regolazione della nostra chitarra dovrà tener conto dei diversi parametri cui abbiamo accennato, tenendo presente quelle che sono le proprie preferenze, gli stili suonati e le proprie predisposizioni anatomiche.

 

Da ultimo va tenuto presente che la suonabilità di una chitarra non deriva esclusivamente dall’action più o meno alta, ma da una serie diversi fattori quali la forma, la dimensione e l’altezza dei tasti, oltre che dal materiale di cui sono composti che potrà presentare un maggiore (come nel caso delle leghe di nikel/argento) o un minore coefficiente di attrito (come nel caso dell’acciaio temperato). Determinante, infine, è il materiale e anche la lavorazione del capotasto: argomento questo un pò più delicato per il quale si consiglia di affidarsi a mani molto esperte.