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Taylor Guitars: l’Expression System 2

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  • Pubblicato il 14 apr 2024

Fondata nel 1974 da Robert Taylor e Kurt Listug, la Taylor si è imposta in pochi anni nel mondo della chitarra acustica come il principale competitor di marchi storici e blasonati del calibro di Martin e Gibson.

 

Sin dalle origini, Bob Taylor ha perseguito la strada dell’eccellenza coniugando la finezza costruttiva e delle forme con la qualità eccelsa dei materiali, dando vita ad una produzione di pregio che pur strizzando l’occhio alla tradizione l’ha elevata proiettandola in un ambito moderno e tecnologico.

 

La continua innovazione ha riguardato anche l’elettrificazione delle sue chitarre che, sino a tutti gli anni Novanta, erano rimaste sostanzialmente relegate nell’ambito dei sistemi piezoelettrici. In origine, infatti, le chitarre Taylor furono equipaggiate con sistemi piezoelettrici prodotti dalla Fishmann che, pur offrendo un elevatissimo standard qualitativo, lasciavano insoddisfatto Mr. Taylor sia per l’invasività dell’hardware che per gli aspetti timbrici, lontani dalla raffinata voce naturale dei suoi strumenti.

 

Nella mente di Bob un sistema di amplificazione per chitarra acustica doveva essere, se non invisibile, il meno invasivo possibile a salvaguardia dell’integrità degli strumenti, e ciò nel rispetto della migliore tradizione della liuteria acustica che disdegna la mutilazione di fasce e top per ospitare preamplificatori e potenziometri.

 

Idem per quanto riguarda i sistemi dei pickup “undersaddle”, del tutto sgraditi ai puristi a causa del trasduttore da dover frapporre fra ossicino e ponte, inficiando il perfetto contatto fra corde e piano armonico, vera e propria magia timbrica negli strumenti acustici.

 

I sistemi di elettrificazione di terze parti (Fishmann) verrano quindi adottati sui modelli top di gamma sino al 2004, anno nel quale verrà presentato il rivoluzionario sistema proprietario denominato T.E.S. (Taylor Expression System) che verrà adottato sulle acustiche di fascia alta, dalla serie 5 alla 9 sino agli strumenti d’élite della serie “Presentation”.

 

Mentre i tradizionali sistemi piezo si avvalgono di cristalli che si polarizzano elettricamente sotto le deformazioni meccaniche indotte dalle vibrazioni delle corde, il T.E.S. si avvaleva di sensori che a contatto del piano armonico svolgevano una funzione del tutto simile a quella della membrana di un microfono per la voce. Si trattava di un sistema che, a dispetto della assoluta discrezione estetica, era piuttosto complesso: due trasduttori a contatto ed un pickup single coil incastonato alla base del manico venivano miscelati in un sistema di preamplificazione assolutamente raffinato, il cui disegno fu affidato niente di meno che a Rupert Neve.

 

Minimalismo estetico e ricerca del sound da microfono di ripresa da studio sono gli ingredienti che hanno caratterizzato l’elettronica proprietaria di Taylor sin dai suoi esordi.

 

E ancora di più: il sistema trasduttore a contatto/pickup magnetico garantiva una scarsa permeabilità all’effetto Larsen tipica dei microfoni audio tradizionali, nei quali l’elemento “aria” favorisce i fenomeni di innesco.

 

Se una critica si può muovere al T.E.S. è quella di una “eccessiva naturalezza” che smorzava drasticamente il punch e la brillantezzza dei sistemi piezo. Per quanto sofisticato ed innovativo, il T.E.S. è stato spesso commentato come timbricamente poco attraente rispetto alla splendida voce delle chitarre Taylor da spente. L’accoppiata trasduttori a contatto e single-coil ha offerto un suono prevalentemente medioso ed intubato che, se ancora godibile in accompagnamenti -e forse negli arpeggi - è risultato spesso inconsistente nell’esecuzione di note singole.

 

Ed è a questo punto che fa la sua comparsa una seconda release del T.E.S.

 

Fornito ora di un deviatore per l’esclusione o la somma del single coil e dei trasduttori, Taylor ha cercato di fornire ulteriori possibilità timbriche. Il nuovo T.E.S. - denominato ES1 (Espression System 1) in questa versione aggiornata - resterà in produzione sino al 2014, anno nel quale verrà lanciato l’attuale ES2.

 

L’attuale Expression System 2 sembra coniugare il meglio dei sistemi piezo tradizionali con quanto di meglio ha offerto in precedenza il T.E.S. Ovvero: un’ottima resistenza all’effetto Larsen e l’assenza del tipico sound metallico di molti sistemi piezo-elettrici.

 

Il nuovo impianto è stato progettato da David Hosler, che ha accuratamente studiato la dinamica di deformazione meccanica dei piani armonici durante la vibrazione delle corde. Hosler ha colto la complessità di questi movimenti secondo un ragionamento ben noto ai costruttori di strumenti ad arco: Il movimento trasmesso delle corde su di un piano armonico tramite il ponte non è un movimento monodirezionale, ma si svolge su di un piano tridimensionale restituendo al nostro orecchio una pluralità di articolazioni timbriche.

 

Il designer ha quindi escogitato un trasduttore non più disposto sul piano orizzontale corrispondente a quello a contatto della tavola armonica, ma che attraversa il piano armonico verticalmente. Il trasduttore diviene così capace di rilevare non solo i movimenti verticali del piano armonico ma anche quelli orizzontali e trasversali. 

 

Installato in posizione verticale ed alloggiato in una cavità fresata nel ponte dello strumento alle spalle dei piroli di ritenzione delle corde, il trasduttore attraversa ponte e piano armonico nel punto di maggior vibrazione della cassa armonica, ed è capace di riprendere qualunque spostamento nei tre piani spaziali.

 

La pressione di contatto ponte/pickup è assicurata da tre viti a brugola che allentate o serrate regolano il volume delle sei corde a gruppi di due (mi/si - sol/re - la/mi). Sistema poco invasivo esteticamente ma che - ulteriormente - risolve l’annoso problema di eventuali disparità di volume fra le corde.

 

Timbricamente il nuovo E.S. 2 riporta in parte ai sistemi piezo tradizionali, ma lo fa con più naturalezza, maggior rispetto del timbro dello strumento ed in assenza di quel tipico attacco da “piano Fender” (da molti comunque amato) dei piezo-under-saddle.

 

Migliore è la funzionalità dell’ES2 rispetto al T.E.S. anche per l’abbandono del cavo bilanciato a favore di un normale jack monofonico per chitarra che consente una più facile interfaccia con preamp, mixer e schede audio.

 

Tecnologia e minimalismo estetico vanno di pari passo in casa Taylor e l’ES2 si interfaccia ad un preamp on board ultra silenzioso ed invisibile all’esterno se si eccettuano i tre discreti controlli di volume, bassi ed alti posti sulla fascia della spalla superiore. Ma anche qui l’impatto è di assoluta discrezione con pomelli gommati di piccola dimensione e dal profilo radente.

 

In Taylor nulla è lasciato al caso.

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